La sfida imprenditoriale: il caso di Ferruccio Bonacina, da operaio a imprenditore.

Studio Torri Professionale a fianco di Ferruccio Bonacina. Lo studio ha seguito costantemente l’iniziativa imprenditoriale che ha portato Bonacina Ferruccio ad acquisire l’intero ramo aziendale della società B&B srl in fallimento, in particolare intrattenendo i rapporti con il curatore fallimentare dott. Stefano Grossi e portando a termine le difficili trattative anche nei confronti del Sindacato.

Una storia straordinaria quella di Ferruccio Bonacina e della moglie Claudia Zini che negli ultimi mesi hanno stravolto la loro vita lavorativa per indirizzare il proprio futuro e quello dei colleghi di lavoro verso un destino che non fosse il semplice accettare e rassegnarsi al fallimento della ditta dove lavoravano.

Nel luglio 2018 Ferruccio Bonacina ha infatti rilevato l’azienda nella quale lavorava da 25 anni che pochi mesi prima era stata sottoposta a procedura fallimentare, facendo nascere la 3B Meccanica srl di Urgnano e dando lavoro ai sui 21 ex colleghi. Da operaio, Bonacina si è infatti trasformato in imprenditore, accompagnato dal sostegno della moglie Claudia.

L’operazione è stata resa possibile dalla grande volontà di Ferruccio di risanare una realtà ancora buona e nella quale lui stesso e gli storici clienti continuavano a credere. E così, grazie anche alla consulenza e professionalità di consulenti e professionisti che lo hanno seguito nell’operazione, ha dato vita all’attuale 3B Meccanica, operativa soprattutto nelle lavorazioni meccaniche per Same e Schneider oltre a diverse fonderie.

Lo Studio Torri Professionale di Ghisalba, nella persona del dottor Corrado Torri, ha seguito costantemente e in modo professionale l’intera operazione di acquisizione del ramo d’azienda della vecchia B&B, accompagnando inoltre Bonacina e la sua società nelle prime fasi di avvio dell’attività, anche attraverso la cooperazione degli istituti di credito in particolare la Bcc Oglio e Serio.

A testimonianza dell’impegno profuso si cita l’articolo de L’Eco di Bergamo di martedì 5 marzo 2019 dedicato alla vicenda qui allegato.